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Post Scriptum al politecnico: considerazioni sui giochi di domani

Come succede ormai da sette anni, e come abbiamo già raccontato nel 2013, anche quest’anno Mario Sacchi ha partecipato al Workshop del Politecnico di Torino, nato da un’idea di Alessandro Dentis e Walter Obert e cresciuto con la collaborazione dei ragazzi di Giocatorino e di quelli di Elefanti Creativi.
Quest’anno, gli altri addetti ai lavori che hanno prestato la loro opera durante la settimana universitaria, sono stati Marco Donadoni, che si è occupato di presentare ai ragazzi i temi progettuali e di organizzare il lavoro in team, Carlo Emanuele Lanzavecchia, che ha portato la sua esperienza di autore, spiegando come si giunge dall’idea al gioco, Paolo Vallerga, che si è occupato di grafica e Luca Bellini, che nell’ultimo giorno ha visionato i progetti, dando la sua opinione di autore edito.
In mezzo a tutto ciò, come di consueto, Mario si è occupato del lato più pratico del workshop, dando ai futuri designer alcune indicazioni di carattere pratico (e anche filosofico) sulla creazione di un prodotto, a livello di materiali e di scelte concrete.

Le idee proposte dai cinque gruppi di lavoro erano tutte interessanti e con elementi innovativi a livello di materiali o di design (d’altronde, è proprio il campo in cui si laureeranno gli studenti coinvolti), anche se erano immancabilmente legate al gioco dell’oca o, ad andar bene, ad Abalone, che per carità è un bellissimo astratto, ma non proprio recentissimo!
Ora, questo non è un problema nel caso specifico di questo workshop: il politecnico si occupa di design e l’attenzione naturalmente era focalizzata su quell’aspetto. Tutto il lavoro è anzi partito dai giochi antichi e lo scopo era dichiaratamente quello di implementare soluzioni innovative senza badare all’aspetto regolamentare, proprio per poter concentrare gli sforzi di quei cinque giorni sugli aspetti più estetici e funzionali dei prodotti. Anzi, come testimoniano gli organizzatori, molti ragazzi hanno dichiarato di essere affascinati da questo mondo, ed è questa la cosa che più conta in questa sede. Certo, questo tipo di situazione ha spinto Mario a fare una riflessione sulla cultura ludica in Italia, che potete trovare sul suo blog, ma si tratta di un’opinione da giocatore, principalmente. In qualità di editori, non possiamo che essere comunque felici di poter partecipare stabilmente a questo progetto e ad altri di questo genere, perché il mondo dei giochi è dinamico per sua stessa natura e aprire le porte alla gente in gamba secondo noi è sempre un bene!

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